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Nella fiabesca conca di Gardeccia, nel cuore del dolomitico gruppo del Catinaccio, lo scorso 22 luglio ho avuto modo di assistere a un avvenimento davvero eccezionale: la versione, in chiave teatrale, del magnifico concept di Gianfranco Grisi e Fabio Chiocchetti "L lech, l bosch, l'ercabuan". Al fine di rendere per me ideale tutto l'evento, ho pensato di raggiungere Gardeccia in mountain bike, partendo direttamente da Moena. La giornata, almeno giù in valle, è assai calda e afosa, come da standard di tutto il mese. Cadenzo con regolarità il colpo di pedale lungo le rampe della strada, asfaltata sì ma ripidissima, specie nella parte iniziale e in quella finale. Arrivo comunque largamente in tempo, ossia poco prima delle 12,30: il gruppo sta provando. Malgrado non l'avessi mai incontrato di persona, subito individuo il Maestro Grisi: cespite di capelli simil-branduardiano, camicione bianco e discreta mole, parrebbe quasi una sorta di… Sai Baba in musica. Ma quando ci parli insieme, scopri subito di non avere a che fare con un distaccato santone, bensì, al contrario, con un personaggio estroverso e molto disponibile al dialogo, davvero simpaticissimo. Entro immediatamente in sintonia con lui, e mi descrive il suo percorso musicale, le sue aspirazioni e, perché no, anche le difficoltà legate al portare in quota un happening del genere. Dopo una doverosa pausa… manducatoria per tutti quanti (me compreso), alle 14 lo spettacolo ha inizio. L'aria dei 2000 metri è frizzante, e sopra di noi il sole non dardeggia più, ma nel contempo non c'è un temporale imminente: la situazione è perfetta. Rispetto al CD (che peraltro, nella genesi del progetto, viene dopo), la giusta scelta di introdurre la figura di un narratore/coprotagonista delle vicende esposte, assolve alla duplice esigenza di legare al meglio le parti musicali, e nel contempo di 'volgarizzare' (in senso buono) il racconto per la maggioranza degli astanti, grazie all'uso della lingua italiana. E qui va subito tributato un doveroso plauso all'attore Paolo Vicentini, capace di reggere con naturalezza e senza esitazioni i lunghi raccordi recitati in cui è egli da solo a occupare la scena, catalizzando l'attenzione sia quando interpreta il pastore innamorato della bella Vivana, sia quando si cambia d'abito e diventa lo stregone di turno. Mirabilmente eseguite le parti musicali dello show, che già conoscevo da quando recensii il CD. Il trasversale, onnivoro talento di Gianfranco Grisi è fuori discussione, e le sue trame al pianoforte caratterizzano con mano sicura i brani che via via si dipanano, col prezioso contributo delle tessiture dei compagni d'avventura dell'ensemble Neuma: Elvio Salvetti (chitarra), Alessandro Boni (mandolino), Franco Giuliani (mandolino, bouzouki, chitarra). Belle e brave le due donzelle presenti: Monica Modena, col suo flauto, dialoga al meglio con le armonie di Grisi, e il connubio non può che entusiasmare uno come me, fanatico del prog elegiaco della Locanda delle Fate. Un discorso a parte merita la cantante Noemi Iori, la quale, fassana di Alba di Canazei, in un certo senso gioca in casa: ottima la presenza scenica, sicura l'intonazione, costantemente gradevole l'interpretazione. Dopo Angela Chiocchetti dei Marascogn, il folk ladino progressivo ha trovato una nuova, luminosa realtà! In confronto al disco, il sound moderatamente elettrico del gruppo subisce qualche ovvia semplificazione timbrica, ma ciò non si nota più di tanto. Dopo un'ora esatta, le fate, gli stregoni e i musici si ritirano. Il pubblico applaude caloroso, soddisfatto della performance sulla cui bontà ha certo influito l'incanto del luogo, ma è l'operato dei diretti protagonisti ad averlo reso veramente magico. Mi trattengo un po' a salutare e ringraziare tutti per le emozioni donateci, e porgo i complimenti all'imprescindibile Fabio Chiocchetti per il suo eccellente lavoro coi testi. Poi inforco la bici: mi aspetta un'inebriante discesa a valle, e la consapevolezza che i miei sogni delle prossime notti saranno allietati dalle crode del Catinaccio, dalle leggende dolomitiche e da paradisiache melodie…
Francesco Fabbri - novembre 2010
(Chi, non presente, volesse farsi una piccola idea dello spettacolo, o chi, presente, intendesse rivivere quei bei momenti, può approfittare di questi quattro estratti che ho ripreso io stesso e poi caricato su YouTube:
www.youtube.com/watch?v=R-2AKegR0yY www.youtube.com/watch?v=OPfZoJEyUT8 www.youtube.com/watch?v=a0r5EJ33dlg www.youtube.com/watch?v=O8CX8RYBjsY
E' il caso di precisare che qualità video e audio sono assolutamente amatoriali.)
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