I Fru Aut sono un gruppo veneto in azione da diversi anni e già con un LP per la Toast, datato 1988, al proprio attivo. Classificati in passato come "post punk", vanno ora affrancati da qualsiasi restrittiva definizione stilistica in virtù di un calibrato eclettismo assolutamente lodevole. La dicitura "incatalogabile", apposta a mo' di timbro sulla pubblicità apparsa nelle riviste specializzate, risulta infatti quanto mai veritiera ed azzeccata.
Si può però dire che, basilarmente, il sound dei Fru Aut poggia sull'aggressiva chitarra del leader Uber Cavalli, degnamente sostenuta dai serrati fraseggi percussivi di Gigi Cavalli e, soprattutto, dalle esaltanti linee di basso curate da Icio Prandina. Parti sia melodiche che al limite del free-jazz sono poi affidate al convincente sax di Paola Zisa, la cui voce solista, invece, è appena discreta in quanto forse un po' carente di potenza e di incisività.
Preziosamente progressiva è, in ogni caso, la raffinata elaboratezza degli arrangiamenti: la ragionata trama della title-track è là a dimostrarlo. Ma la molteplicità delle sfaccettature presenti in questo CD non potrà mai dirsi esaurita in una sterile elencazione; meglio limitarsi, dunque, a riportare i tratti salienti. Assai ben edificato è il lungo trip psichedelico, affine a certa dura tradizione cosmica (Hawkwind, Ozric Tentacles), inserito in
Zapping Blues; ancora atmosfere cupo-lisergiche nell'eccellente L'Ultima Fermata, pezzo dal sapore vagamente antico, una sorta di "variazione sul tema-Men Of Lake". Curioso l'esperimento di voci distorte e recitanti di Oriental 8 A Sex, accompagnato da ombroso post punk, psichedelia e (appunto) suggestioni orientaleggianti, che rileviamo del resto anche in Jazz Aut, altro "picco" del lavoro, e nei cantati di Suono. Ma la generale attitudine che emerge è quella di una band "libera", forse jazzy, forse "oltre": se proprio vogliamo, mettiamogli accanto pure i King Crimson più "fisici" e sperimentali, precisando che comunque il pregio maggiore di A Sangue Freddo risiede nell'ottimale bilanciamento fra aggressività e melodia.
La sterminata lista di artisti che i Fru Aut ringraziano per l'ispirazione è un sincero omaggio ad una musica vissuta senza frontiere. Chi intende, per progressive, solo Genesis et similia, probabilmente faticherà a digerire questo parto di grande valore; tutti gli altri, invece, proveranno un sorprendente piacere nell'ascoltare il lavoro di un gruppo che si segnala pienamente maturo e caratterizzato da una propria, personale chiave espressiva.

Francesco Fabbri - dicembre 1994

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