Cima Popa
Cima Pisciadù
Monte Crepa - Col Pelous
Passo Santner (via ferrata)
Cimon del Latemar
Catinaccio d'Antermoia (due vie ferrate)
Rifugio Contrin
Monte Pez (Sciliar)
Cima Cadina Orientale
Mandriccione - Becco delle Aie
Solombo - Brozin
Passo delle Scalette (sent. attrezzato) - Cima Scalieret
Monte Corno
Forcella di Valmaggiore
Verra - Pian Trevisan
Doss di Mezzodì (Lagorai)
Monte Palon
Rifugio Baita Monzoni
M.Cogne-M.Fregasoga-P.Buse-C.Trés-M.Brustoloni
Collac (via normale ferrata)
Cima di Valmaggiore - Cima di Valbona
Ferrata delle Trincee
Cima di Bragarolo
Lago Juribrutto - Cima Bocche - Lago Bocche
Sentiero ecologico "Mario De Luca"
Sas da la Crousc

[Dolomiti 2001]
[Dolomiti 2002]
[Dolomiti 2003]
[Dolomiti 2004]
[Dolomiti 2005]

Ferrata delle Trincee: la parete iniziale
liscia, verticale ed esposta. Molto difficile!

Intervista a Cristian Zorzi

L'estate 2005 mi aveva visto battere diversi record personali, al punto che per il 2006 ritenevo ragionevole non tentare neppure di avvicinarmi a quelle performances. Invece, giorno dopo giorno e in scioltezza, mi sono reso conto che potevo tranquillamente ripetere quanto fatto l'anno prima. E alla fine ho addirittura superato me stesso, totalizzando ben 26 escursioni di un giorno intero! D'altronde la forma fisica era sempre a un ottimo livello, grazie al fatto che anche in inverno non ero mai andato sotto i 4 allenamenti settimanali, ed ero ritornato rapidamente a 7 con la bella stagione. Fin dalla primavera ho voluto testare la condizione; ecco dunque che, a ben 25 anni dall'ultima volta (!), ho partecipato qui in città alla "Guardafirenze", corsa podistica di 10 km con giro del centro storico e ascesa al Piazzale Michelangelo. Buono, per me, il risultato finale: 352° su 1800 concorrenti; 49'30" il tempo impiegato. Da lì ho proseguito con le consuete gite (a piedi o in mountain bike) sulle colline fiesolane, nel Mugello, nel Valdarno o sui monti del Chianti, così da arrivare preparato alla nuova avventura dolomitica. E sempre in tema di gare a piedi, dopo le tre partecipazioni consecutive alla "Anter le Lum" di Pozza, quest'anno ho invece disputato la "Torri del Vajolet" di Vigo. Tale corsa richiede un approccio totalmente diverso rispetto all'altra, in quanto breve (4 km) ma nervosissima: in pratica solo salite e discese, niente pianura! Vi avevo già preso parte nel 2000, 2001 e 2002 e, sapendo bene ciò che mi aspettava, ho fatto un lungo riscaldamento per poter partire subito al massimo. Parecchi i concorrenti al via, anche perché si erano convogliati qui pure tutti quelli della "Anter le Lum" del giorno prima, annullata causa maltempo. Ho corso con rabbia e quasi "in apnea" i 4 km, ma è chiaro che in una gara così breve i giovani, più veloci anche se meno resistenti, sono avvantaggiati, tant'è che io ho recuperato diverse posizioni solo nella seconda parte, nella lunga salita che da San Giovanni riporta a Vigo, col duro strappo finale nella zona della funivia. Comunque il ranking mi ha assolutamente soddisfatto: 18° di categoria e 52° assoluto; 19'15" il tempo, che straccia quel 21'20" del 2002 che era prima il mio migliore. E rispetto ad allora il percorso è stato allungato di circa 300 metri: pur con l'ovvia approssimazione insita in tali calcoli, col vecchio tracciato avrei in teoria potuto fare un 17'49"! Ma quattro anni fa la mia forma non era neppure lontana parente di quella attuale, e questo è sintomatico di quanto sia importante un allenamento serio e regolare. Nulla si improvvisa! Dal punto di vista meteorologico l'estate 2006 ha visto l'estremizzazione di quanto già verificatosi l'anno prima. Il mese di luglio è stato decisamente bello, ma pure caldissimo e afoso anche alle alte quote; agosto, per contro, è stato davvero infame: freddo, pioggia e addirittura neve! Con i primi di settembre, infine, il cielo è tornato terso e luminoso, con un tepore inusuale per il periodo. Le mie escursioni sono state, al solito, quantomai varie, trovando il clou tecnico nella Ferrata delle Trincee, che mi sono deciso ad affrontare, non senza timori, verso la fine della mia permanenza. Quanto al resto, seguendo anche i desideri di alcuni di voi che mi chiedevano le descrizioni di alcune famose ferrate come il Passo Santner, il Catinaccio d'Antermoia o il Passo delle Scalette, ho deciso di percorrere questi itinerari che, peraltro, avevo già fatto anni fa, ma dei quali non possedevo una documentazione fotografica sufficiente. Accanto a questi, troverete le consuete, lunghe avventure nel cuore dei favolosi Lagorai, un gruppo che amo sempre più perché vi si può vivere una rigenerante solitudine.
Già, la solitudine... Devo confessare che quest'estate l'ho percepita in maniera ambivalente. Il motivo è presto detto. Dal 2000 a oggi ho affrontato qualcosa come 118 (sì, proprio centodiciotto!) escursioni dolomitiche, nella stragrande maggioranza dei casi in solitaria, appunto. Peraltro, durante tali avventure non ho mai tenuto un atteggiamento di rifiuto verso chi incontravo: dai miei resoconti credo anzi si percepisca la mia disponibilità al dialogo con gli estemporanei compagni, e guarda caso, almeno secondo alcuni di voi, il riportare le parole scambiate rende più interessante le mie cronache scritte. Da un punto di vista logistico non v'è dubbio che l'andar da soli presenti dei notevoli vantaggi: nessun vincolo di orario, assoluta libertà di cambiare percorso, di accelerare o di frenare a seconda dello stato fisico o semplicemente della voglia, massima gioia nel contemplare un panorama avvolto nel silenzio più totale. Però... forse a questo punto lo sfizio me lo sono tolto, e la solitudine talora mi pesa... soprattutto una "certa" solitudine... Ci siamo capiti, no? Sono rimasto stupito di me stesso nel constatare quanto mi abbia ferito un'ambigua storia  in cui sono stato coinvolto, mio malgrado, via e-mail. Cara amica escursionista di Ravina (TN), non faccio il tuo nome perché io, a differenza di te, sono una persona corretta, ma sono certo che ti sei già riconosciuta, dato che leggi abitualmente il mio sito... Che senso ha avuto contattarmi tu per prima lodando il mio lavoro, poi inviarmi il tuo numero di cellulare, quindi i link a ben due tuoi set fotografici, per sparire infine nel nulla una volta incassati i miei complimenti? Ti ho dovuta cercare al telefonino con un'insistenza pazzesca, e solo allora ti sei laconicamente degnata di dirmi che avevi il "moroso"... Alla mia ultima mail in cui ti ho aperto tutto me stesso, chiedendo conto del tuo comportamento, ti sei ben guardata dal rispondere. Ma forse è inutile sprecare altre parole su di te, vista la civettuola e noncurante superficialità che evidentemente ti contraddistingue... Chiedo scusa a tutti per aver divagato, ma dovevo liberarmi di questo groppo opprimente, che a livello interiore mi ha guastato un paio di settimane dell'estate. Dicevo della mia ambivalente percezione della solitudine. Benché qualcosa nel mio rapporto con essa stia forse mutando, per me rimane ancora come una dolce droga di cui non riesco a fare a meno. Posso essere stufo e depresso per tanti motivi, ma poi finisce che la ricerco con calibrata ossessione... Chi mi capisce è bravo; d'altronde la contraddizione è insita nell'animo umano, e questa si può accettare laddove non lede i sentimenti altrui.
I reportages saranno al solito inseriti un po' alla volta; per il momento vi consiglio di non perdervi la pungente intervista che il grande Cristian Zorzi, oro a Torino 2006, mi ha rilasciato. Tenete sempre d'occhio questo sito: ne vedrete e ne leggerete delle belle!

Francesco Fabbri - ottobre 2006

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